Domenica 1 e lunedì 2 novembre 2020

Sono queste due feste importanti vicine. Insieme queste feste ci ricordano che su questa terra siamo tutti pellegrini e la nostra destinazione ultima è la gioia del Paradiso, la Casa del Padre. Siamo tutti chiamati a diventare santi come ci ricorda papa Francesco nell’esortazione apostolica Gaudete et Exultate (n.7):

Mi piace vedere la santità nel popolo di Dio paziente: nei genitori che crescono con tanto amore i loro figli, negli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, nei malati, nelle religiose anziane che continuano a sorridere. In questa costanza per andare avanti giorno dopo giorno vedo la santità della Chiesa militante. Questa è tante volte la santità “della porta accanto”, di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio, o, per usare un’altra espressione, “la classe media della santità”.

In questo cammino verso la santità ricordiamo un giovane ragazzo di Milano, morto a 15 anni di leucemia fulminante, Carlo Acutis, che lo scorso 10 ottobre è stato dichiarato beato ad Assisi. Un ragazzo che ha desiderato diventare santo, e l’Eucarestia – come amava ripetere – “è la mia autostrada per il cielo”.
Prendiamo esempio da questo giovane partecipando alle celebrazioni eucaristiche con la consapevolezza che il Signore, se glielo consentiamo, plasma il nostro cuore per renderlo sempre più simile al suo. Tra le preghiere che diceva dopo aver ricevuto la comunione c’era anche questa bella e semplice preghiera:
“Gesù grazie per quanto mi vuoi bene. ACCOMODATI PURE E FAI COME SE FOSSI A CASA TUA!”

Pregare per i nostri cari fedeli defunti vuol dire ricordarci che siamo parte di un popolo più grande di quanto possiamo vedere con i nostri occhi. Quanto più cresciamo in santità e tanto più la nostra Comunità e la Chiesa crescono in santità, mentre quanto più viviamo nel peccato e tanto più trasciniamo verso il basso la santità della Chiesa tutta. In questo popolo di cui facciamo parte ci sono anche i nostri defunti, anche loro intercedono e pregano per noi e noi possiamo pregare per loro. Sempre papa Francesco scrive nell’esortazione apostolica Gaudete et Exultate (n.6)

Lo Spirito Santo riversa santità dappertutto nel santo popolo fedele di Dio…
Il Signore, nella storia della salvezza, ha salvato un popolo. Non esiste piena identità senza appartenenza a un popolo. Perciò nessuno si salva da solo, come individuo isolato, ma Dio ci attrae tenendo conto della complessa trama di relazioni interpersonali che si stabiliscono nella comunità umana: Dio ha voluto entrare in una dinamica popolare, nella dinamica di un popolo.

Don Alberto


 

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