Posso chiedervi di condividere lo strazio dell’impotenza?
Posso chiedervi di condividere lo strazio dell’impotenza?
Anche la nostra Comunità in preghiera con l'Arcivescovo, domenica 21 febbraio
Colpisce profondamente la richiesta del nostro Arcivescovo: c’è un dolore grande che lo fa soffrire, e chiede di poter condividere questo dolore.
Capiamo subito di quale dolore si tratta: “riconosciamo la nostra impotenza: molti ragazzi e ragazze invece della concordia amano l’aggressione e la violenza verso gli altri e verso sé stessi”. È proprio notizia di ieri, l’ultima di una lunga serie di atti di violenza, che per una lite con coetanei è stato ucciso Romeo, un ragazzo di 17 anni. Sono ormai molte le notizie di queto stillicidio: pur senza generalizzare, ci rendiamo conto che dobbiamo affrontare un disagio sempre più grande. Sperimentiamo anche noi nella nostra Comunità, nelle nostre famiglie lo stesso dolore. Il dolore dell’Arcivescovo è anche il nostro dolore. Condividiamo questo strazio dell’impotenza educativa. Che fare allora?
Dice l’Arcivescovo nella lettera: “vorrei dare voce a ragazzi e ragazze che sono sconvolti dall’isolamento, dai comportamenti incomprensibili e violenti fino alla morte di coetanei ai quali sono affezionati e si sentono in colpa per non aver capito, per non aver detto, per non aver fatto abbastanza.”
Dare voce ai ragazzi, ascoltarli, è sicuramente un primo passo importante.
“Ma in questo momento porto davanti al Signore questi sentimenti, con la certezza che il Signore continua ad amare ciascuno, manda il suo Spirito a seminare consolazione, coraggio e sapienza”.
Domenica 21 febbraio alle ore 20.45 l’Arcivescovo pregherà con questa intenzione e invita tutta la diocesi (parrocchie, santuari, conventi, monasteri…) ad unirsi alla sua intenzione di preghiera.
Anche la nostra Comunità Pastorale S. Paolo della Serenza risponde a questo appello dell’Arcivescovo e terremo aperte le chiese la domenica sera 21 febbraio alle ore 20.45 per permettere a chi lo desidera di unirsi in preghiera comunitaria sentendoci in comunione con il nostro Arcivescovo.
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