Il legame unico dei chierichetti e dei cerimonieri
Il legame unico dei chierichetti e dei cerimonieri
Altare, amicizia e fede
Sabato 17 maggio è stata una giornata particolarmente intensa per alcuni chierichetti e cerimonieri della nostra Comunità Pastorale. La mattinata si è aperta col pellegrinaggio giubilare presso il seminario di Seveso e la messa nel Santuario di San Pietro Martire: la loro presenza, insieme ai sacerdoti, alla banda S. Cecilia di Montesolaro, alla confraternita di San Michele e a tutti i fedeli, ha permesso di svolgere una bella processione e una solenne messa. I ragazzi sono stati contenti del momento di riflessione che don Andrea Regolani ci ha offerto prima della messa e sono stati sorpresi nel conoscere la storia di San Pietro da Verona e del beato Carino Pietro da Balsamo. San Pietro da Verona fu ucciso con un falcastro (che abbiamo potuto vedere al termine della messa) ma, prima di morire, intinse un dito nel suo sangue e scrisse sul terreno la parola “Credo” (questa parola è riportata in alcune vetrate del santuario), mentre il beato Carino Pietro da Balsamo è l’omicida del santo. E come poi è diventato beato? Ha chiesto perdono per quello che aveva commesso perché si è pentito e si è unito ai Domenicani, ordine del quale faceva parte il santo. Per i ministranti una testimonianza dell’amore di Gesù che perdona i peccati quando vi è vero pentimento.
Un veloce pranzo al sacco nel parco del seminario insieme a don Riccardo e poi la partenza per Milano per l’Incontro diocesano dei chierichetti, incontro che si ripete ogni anno a maggio.
Giunti in Duomo, i ragazzi si sono rimessi le tarcisiane (chierichetti) e le talari e cotte (cerimonieri), ma, mentre erano indaffarati con queste attività, ecco che compare fra noi sua eccellenza mons. Mario Delpini! Beh, l’emozione è stata tanta: “un sogno finalmente realizzato” è il commento di un chierichetto per questo momento! Una volta che tutti sono stati pronti, la foto di rito con l’arcivescovo e, prima di andare a sedersi, la memoria del battesimo insieme ad un seminarista che, al termine della preghiera, ha benedetto i ministranti con l’Acqua Santa.
I cerimonieri (circa 400 da tutta la diocesi) hanno potuto partecipare alla processione d’ingresso insieme all’arcivescovo, mentre i chierichetti (circa 3.500) si sono sistemati nella navata centrale.
La cerimonia è stata suddivisa in vari momenti ma in particolare i ministranti sono stati colpiti dalla testimonianza di un giovane, nato in una famiglia non credente: durante la sua adolescenza si è avvicinato a Gesù e così si è convertito e ha chiesto di ricevere i sacramenti dell’Iniziazione Cristiana.
L’arcivescovo, nella sua omelia, ha voluto ricordare ai ministranti di fare bene un gesto importante: la genuflessione. Come alcuni hanno poi ricordato, si tratta di un segno semplice che i ministranti fanno più volte, ma che ha un senso di fede molto forte e profondo. Mons. Mario ha chiesto di prendersi il tempo per farlo bene (alla fine ci vogliono pochi secondi) e mentre ci si inginocchia ricordarsi di dire nella propria mente “Signore mio, amico mio”.
Ecco, è un gesto che non è solo per i ministranti, ma può essere utile anche per tutti noi quando entriamo e usciamo dalla chiesa: un modo per ricordarsi che occorre fare una pausa e trovare un momento in cui l’attenzione è rivolta a Gesù.
Al termine della celebrazione, i nostri quattro cerimonieri classe 2010: Giorgio L., Giacomo C., Pietro B. e Simone M., hanno ricevuto l’attestato per aver partecipato nei mesi precedenti al “Corso Cerimonieri” tenuto presso il Seminario Arcivescovile di Venegono Inferiore.
All’uscita dal Duomo, un regalo per tutti: la nuova edizione del libro “Con te sull’altare”. Il libro spiega come comportarsi sull’altare e tutto quello che riguarda il rito della messa (la prima edizione era stata curata dal nostro don Alberto!).
Tutti i ministranti sono stati contenti del pomeriggio trascorso insieme. Chi vorrebbe ripeterlo 100.000 volte, chi si è emozionato, chi ha provato una bellissima armonia di pace, chi si è sentito parte di un gruppo ancora più grande, chi ha sentito la vicinanza con Gesù ancora più forte; insomma, un’esperienza unica che sarebbe bello tutti facessero ma, come ci è stato suggerito, “l’importante è farla con il cuore”.
Vorrei anche ringraziare i genitori che hanno seguito i nostri ministranti in Duomo e hanno aiutato nella preghiera e, concretamente, nel trasporto; ma anche tutte le famiglie di tutti i ministranti della nostra CP: un grazie perché sono accanto ai loro figli, fratelli o sorelle e che li sostengono costantemente nel compiere questo servizio per tutti noi.
Colgo così l’occasione per ricordare che tutte le parrocchie stanno cercando nuovi chierichetti, perché purtroppo sono sempre meno: come già detto, non è un impegno così oneroso per le famiglie e quindi l’invito è quello di lasciare che i ragazzi possano vivere la messa in un modo speciale. Per chi volesse, ci vediamo sabato 31 maggio alle ore 14:30 presso la cappellina dell'Oratorio Sacro Cuore in Figino Serenza per capire cosa significa fare il chierichetto: si può partecipare senza che questo implichi alcun impegno, ma almeno si comprende bene come si svolge il servizio.
Infine un grazie personale a tutti i chierichetti e a tutti i cerimonieri: il servizio all’altare che svolgete non è solo un aiuto ai sacerdoti, ma è una testimonianza di fede per tutti noi.