Dopo il bombardamento della Chiesa Cattolica a Gaza

Quotidianamente sono state massacrate le persone nella striscia di Gaza in fila per cercare di ottenere qualcosa da mangiare, così anche i bambini in fila per il cibo e per l’acqua: la mancanza di cibo è diventata un’arma in più. Non solo massacrati ma anche morti di fame, e tra questi numerosi bambini. Molto peggio di quanto Erode stesso fu un grado di fare. Non c’è limite alla violenza, non c’è limite alla bestialità che cova nel cuore dell’uomo. Così è stata bombardata, dall’esercito israeliano, una chiesa cattolica, morte tre persone e ferito il parroco Gabriel Romanelli. Dobbiamo dire che tutto questo è una vergogna e un insulto all’umanità. Dobbiamo dirlo. Perché ne va della nostra coscienza: davanti al male o si reagisce o, se si resta nel silenzio, si diventa complici del male. Non vogliamo abituarci alla guerra! Non vogliamo assopire la nostra coscienza. Non voglio continuare a vivere pensando “tanto non ci posso fare niente, e continuo la mia vita normalmente come se niente fosse”, mi sentirei complice del male. Vogliamo reagire! Non si tratta di prendere le difese di una parte in guerra piuttosto che di un’altra: vogliamo condannare tutte le violenze, da qualsiasi parte vengano fatte. Il cuore dell’uomo, di ogni uomo, è un abisso che può sprofondare nel male bestiale, nel male diabolico. Quanto male intorno a noi, quante guerre! Quanta violenza! Come evitare tutto ciò? Evitando di produrre altre armi. Le armi alimentano i conflitti. E c’è chi ci specula e soffia sul fuoco alimentando i conflitti in modo che aumenti il commercio delle armi e in modo che aumentino i propri guadagni. No! Questa è una spirale diabolica. Come cristiani cosa possiamo fare? Possiamo darci una svegliata! Informarci, fare memoria dei morti, non lasciare passare le notizie come se fossero notizie scontate da mettere in conto, come fossero notizie che non ci riguardano più. Aiutare concretamente, cosa che già stiamo facendo con la parrocchia di Aleppo, le zone in guerra. E soprattutto, come ci ha invitato recentemente anche papa Leone: preghiamo insieme, come comunità per la pace! Dobbiamo pregare! È una lotta per convertire i nostri cuori dal male, troppo male si va diffondendo nel cuore degli uomini: quanto odio, desiderio di vendetta si stanno diffondendo nei cuori degli uomini! Dobbiamo pregare per la conversione del cuore dei potenti della terra. Dobbiamo pregare per rimanere uniti come comunità cristiana. Perché rischiamo di essere divisi anche dentro di noi. La preghiera per la pace ci può unire ancora di più. Non deleghiamo la preghiera per la pace ad altri “io non posso, sono indaffarato” “purtroppo ho altre cose a cui pensare” “sono in vacanza e non posso pregare”… non nascondiamoci dietro false scuse.

Don Alberto



 

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