Servi dell’amore che si fa concreto
Servi dell’amore che si fa concreto
La testimonianza di fede e di pace di Padre Bahjat, parroco della Comunità S. Francesco di Aleppo
Buonasera a tutti, il Signore vi dia la sua pace.
Ecco, stasera abbiamo ascoltato una parola provvidenziale per questo nostro incontro e vorrei sottolineare dalla prima lettera di San Giovanni Apostolo queste parole: “In questo conosceremo che siamo dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore”. Per che cosa [rassicureremo il nostro cuore]? Se noi amiamo non a parole, ma con i fatti.
San Giovanni non ci dà dei criteri teorici per dire che siamo nella verità. Ma ci dona una cosa molto pratica, cioè: la verità non sono dei principi teorici, ma la verità si traduce in azioni, in uno stile di vita, quello dell’amore e l’amore che si traduce in fatti, in gesti concreti. Un amore che dona con gioia, come abbiamo ripetuto nel salmo responsoriale: “Dio ama chi dona con gioia”. Perché quando noi doniamo qualcosa, non è che lo facciamo per aspettare qualcosa in cambio. Ecco qui l’idea del Vangelo di oggi, cioè quando Gesù dice: «Dite, dopo che avete fatto tutto questo, dite, siamo servi inutili, abbiamo fatto quanto dovevamo fare». Inutili non nel senso proprio che non fanno nulla di utile, ma servi che non richiedono o pretendono la paga. Servi che donano come un gesto di ringraziamento a Dio.
Io non posso dimenticare quel giorno lontano, quando ero ancora adolescente, in cui la parola di Dio mi ha toccato e ha fatto esplodere in me una gioia così grande che io non potevo tacere. Cioè io volevo fare qualcosa, volevo dire qualcosa, volevo comunicare questa gioia agli altri. E allora vedete che questo bene che il Signore fa attraverso noi, non lo fa perché noi pretendiamo qualcosa in cambio per una cosa, ma lo fa per testimoniare una vita nuova che nasce in noi dall’opera della grazia. Ecco, questo è molto concreto, è un motivo molto concreto. È quello che voi fate anche per noi, nel sostenerci nella nostra missione, nella nostra opera: ecco, una cosa molto concreta, è una verità concreta, concretizzata nell’amore. È quello che anche noi cerchiamo di fare, stando lì, in quel contesto, che non è solo pregare e predicare, ma soprattutto fare delle cose concrete che rendono Dio quasi visibile in mezzo a quel buio.
Non mi soffermo stasera a parlare delle iniziative di carità che già avete sicuramente sentito e seguite, ma vorrei sottolineare una missione che il Signore ci ha dato in questi ultimi mesi in Siria, dopo la caduta del regime. Perché in questi mesi tutte le parti nel conflitto, ecco, vorrebbero in qualche modo prevalere con la violenza. E c’è questo senso di ferita che vuole giustizia, ma sempre attraverso la violenza, purtroppo. Ma la cosa interessante è che queste parti, che non riescono mai o quasi mai a dialogare tra di loro, quando sono invitati da noi a venire in chiesa per dialogare diventano capaci di farlo. È un miracolo! Davvero un miracolo! Gente non cristiana, che si incontra in una chiesa, per dialogare e per cercare di aprire una nuova pagina verso la pace. E questo ce lo dicono loro. Dicono: «Voi cristiani, poiché siete una comunità pacifica, una comunità che non ha mai portato le armi, una comunità che sa come dialogare con tutti, voi siete capaci di fare qualcosa che nessun altro può fare». E allora questo ci carica di una grande responsabilità, che si aggiunge alle altre responsabilità che già portiamo da diversi anni. Una grande responsabilità quella di essere accoglienti, quella di invitare veramente quanto sia possibile queste parti a venire in chiesa dove si sentono sicuri, si sentono non giudicati.
Allora io vi chiedo veramente di pregare molto per noi, perché il Signore ci dia la forza, la sapienza, anche la pazienza di poter adempiere a questa missione. E anche se è una goccia in un mare di violenza, di odio, di vendetta, ma una goccia che sicuramente incide e lascia dei frutti tangibili. Ecco, questo è il mio augurio che noi come comunità cristiana possiamo riscoprire la bellezza del Vangelo e valorizzare ciò che abbiamo come tesoro. Qualcosa che forse manca, manca al mondo. Parole come riconciliazione, pace, perdono. Oggi non è che si trovano facilmente. Forse se ne parla di pace, però nessuno vuole veramente operare per la pace.
Ecco, siamo uniti nella preghiera, nell’opera di carità per poter lasciare un’impronta di Dio in questo nostro mondo così ferito ma così anche amato da Dio stesso.