Tempo di Pasqua e Rito dell’Aspersione: una scelta di fede, non di originalità
Tempo di Pasqua e Rito dell’Aspersione: una scelta di fede, non di originalità
Un’altra novità liturgica con l’introduzione del nuovo messale ambrosiano
Con l’introduzione del nuovo Messale Ambrosiano, durante il tempo di Pasqua – dalla seconda domenica, detta della Divina Misericordia, fino alla domenica di Pentecoste – la celebrazione domenicale può iniziare, al posto dell’atto penitenziale, con il rito dell’aspersione con l’acqua benedetta. Non si tratta di un’aggiunta "originale" o di una variante estetica, ma di una scelta profondamente liturgica e pastorale, pensata per aiutare i fedeli a riscoprire e vivere con rinnovata consapevolezza il proprio Battesimo, sorgente di vita nuova in Cristo Risorto. Il Messale non colloca più questo rito tra le appendici marginali, ma lo inserisce organicamente subito dopo l’Ordinamento della Messa, sottolineando come il gesto dell’aspersione non sia accessorio, ma cuore della spiritualità pasquale. L’acqua, benedetta nella Veglia di Pasqua, è segno vivo e concreto della grazia che ci è stata donata: tocca il corpo per raggiungere l’anima, ravvivando la fede e rinnovando la memoria della Pasqua battesimale. Va ricordato che questo rito non si celebra nelle Messe vigiliari del sabato sera, dove è già presente un annuncio liturgico della Risurrezione. Durante l’aspersione, che coinvolge l’intera assemblea e può essere accompagnata dal canto, il celebrante benedice con l’acqua i fedeli percorrendo le navate. È un gesto semplice ma carico di significato, che chiede di essere vissuto con fede e partecipazione, nella consapevolezza che, in ogni domenica di Pasqua, la Chiesa ci invita non solo a ricordare, ma a rivivere la forza e la gioia della Risurrezione.