Monache contro la guerra
Monache contro la guerra
Mater Ecclesiae, abbazia benedettina e avamposto orante contro i conflitti
In un mondo devastato da sanguinose guerre, la preghiera di pace silenziosa dei luoghi di vita contemplativa diventa sempre più essenziale. Madre Maria Grazia Girolimetto, badessa dell'Abbazia femminile di clausura [e originaria della nostra parrocchia di SMA] che sorge nell'Isola di San Giulio sul lago d'Orta, in provincia di Novara: "Questi centri d'orazione sono delle vere e proprie 'Terre Sante' dove si bruciano, nel rogo dello Spirito d’amore, tutte le discordie, le inimicizie, le dissonanze"
A sentire la badessa è proprio dalle sveglie di buon mattino per dar vita a quelle orazioni cadenzate ad ora fissa come se non ci fosse soluzione di continuità, che inizia a giocarsi la partita più importante contro il male. Che rimane imperturbabile davanti ai più moderni missili atomici, alle strategie militari più raffinate, al riarmo più becero pagato con i soldi sottratti alla sanità e all’assistenza ai poveri. Ma che risulta impotente di fronte a un Dio che si commuove a compassione quando sente la voce dei suoi figli supplicarlo invocando la pace.
"Mi vengono in mente le parole dei padri della Chiesa che dicevano: se vieni a conoscenza dello scoppio di una guerra pensa che in fondo è anche colpa tua. E lotta contro l’orgoglio e l’odio che sono nel tuo cuore. Se vieni a conoscenza di una carestia che uccide pensa a tutto quel pane che tieni nella credenza e che rubi a chi ha fame. Se ti accorgi che la Chiesa è divisa ed i popoli si combattono ripeti: è anche causa mia, fin tanto che nel mio cuore resta un solo pensiero contro mio fratello".
Non basta la denuncia degli orrori e delle disfatte del mondo, in queste oasi così apparentemente tranquille si fa qualcosa di più: il male che si annida nel cuore dell’uomo si combatte alla radice.
"E lo facciamo pregando, mettendoci davanti a Colui che può tutto. Lo facciamo senza moltiplicare discorsi ma in modo silenzioso. Nella Chiesa è fondamentale che questi luoghi di vita contemplativa esistano perché non solo testimoniano una vita di conversione ma anche perché si fanno carico dei dolori e delle angosce del mondo fino a consumarle e trasformarle in speranza di vita nuova".
Madre Girolimetto paragona i conventi ed i monasteri dove si pratica la preghiera di pace silenziosa a "delle vere e proprie 'Terre Sante' dove si bruciano, nel rogo dello Spirito d’amore, tutte le discordie, tutte le inimicizie, tutte le dissonanze. E vengono armonizzate nell’orazione corale che ha una forza enorme: la preghiera fatta da una comunità unita giunge direttamente al cuore di Dio".
Laddove c’è una comunità orante, c’è un presidio di pace. Ma allora perché il mondo le ignora? "Perché non conosce fino in fondo l’efficacia di questa preghiera nascosta. Però noi non dobbiamo preoccuparci di questo: il nostro compito è quello di essere testimoni di pace con la nostra vita. Il mondo ha bisogno di testimonianze così autentiche che parlino del Vangelo e di Gesù".
Alla madre badessa dell’abazia Mater Ecclesiæ sta anche stretto uno stereotipo che la società ha coniato per definire uomini e donne che scelgono di dedicare la propria esistenza alla contemplazione orante: "Si dice che fuggiamo dal mondo ma è l’esatto contrario: ci immergiamo in esso più profondamente per poterlo servire con l’orazione, ambito più vero della carità e della compassione".