Possibili per tutto il mese di novembre

Il coronavirus non lascia immutata nemmeno la commemorazione dei fedeli defunti del prossimo 2 novembre. La Penitenzieria apostolica ha diffuso un decreto in cui si introducono concessioni per evitare assembramenti nei cimiteri. Il motivo di queste misure, scrivono il cardinale Mauro Piacenza, penitenziere maggiore, e il reggente monsignor Christophorus Nykiel, è il numero di richieste giunte alla Penitenzieria da parte dei vescovi affinché, a causa della pandemia, «venissero commutate le pie opere per conseguire le indulgenze plenarie applicabili alle anime del Purgatorio».

Due i punti principali del decreto.


Il primo: 
«L’indulgenza plenaria per quanti visitino un cimitero e preghino per i defunti anche soltanto  mentalmente, stabilita di norma solo nei singoli giorni dal 1° all’8 novembre, può essere trasferita ad altri giorni dello stesso mese fino al suo termine». E «tali giorni, liberamente scelti dai singoli fedeli, potranno anche essere tra loro disgiunti».

Secondo aspetto:
«L’indulgenza plenaria del 2 novembre, stabilita in occasione della commemorazione di tutti i fedeli defunti per quanti piamente visitino una chiesa o un oratorio e lì recitino il Padre Nostro e il Credo, può essere trasferita non solo alla domenica precedente o seguente o al giorno della solennità di Tutti i Santi, ma anche a un'altro giorno del mese di novembre, a libera scelta dei singoli fedeli».

Remissione della pena

L’indulgenza è la totale o parziale remissione della pena temporale che resta da scontare - sulla terra o in Purgatorio - per i peccati già confessati e perdonati sacramentalmente. Per usare un’immagine, se consideriamo il peccato come un chiodo piantato in un muro, esso viene tolto con la Confessione. Resta però l’effetto del male commesso e che va riparato, il foro appunto, che l’indulgenza per così dire chiude. Per quanto riguarda invece gli anziani, i malati e coloro che «per gravi motivi non possono uscire di casa» – ad esempio a causa di restrizioni imposte dall’autorità pubblica come lockdown e coprifuoco – costoro «potranno conseguire l’indulgenza plenaria purché, unendosi spiritualmente a tutti gli altri fedeli, distaccati completamente dal peccato e con l’intenzione di ottemperare appena possibile alle tre consuete condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre), davanti a un’immagine di Gesù o della Beata Vergine Maria, recitino pie orazioni per i defunti, ad esempio le Lodi e i Vespri dell’Ufficio dei defunti, il Rosario, la Coroncina della Divina Misericordia, altre preghiere per i defunti più care ai fedeli, o si intrattengano nella lettura meditata di uno dei brani evangelici proposti dalla liturgia dei defunti, o compiano un’opera di misericordia offrendo a Dio i dolori e i disagi della propria vita».

Per le condizioni spirituali necessarie a conseguire pienamente l’indulgenza, si rimanda alle indicazioni emanate dalla stessa Penitenzieria in un’articolata nota dello scorso 19 marzo reperibile su www.vatican.va («Circa il Sacramento della Penitenza nell’attuale situazione di pandemia») in cui si leggeva tra le altre cose: «Laddove i singoli fedeli si trovassero nella dolorosa impossibilità di ricevere l’assoluzione sacramentale, si ricorda che la contrizione perfetta, proveniente dall’amore di Dio amato sopra ogni cosa, espressa da una sincera richiesta di perdono (quella che al momento il penitente è in grado di esprimere) e accompagnata dal votum confessionis, vale a dire dalla ferma risoluzione di ricorrere, appena possibile, alla confessione sacramentale, ottiene il perdono dei peccati, anche mortali». 

Infine la Penitenzieria apostolica, il più antico dicastero della Curia Romana, prega vivamente tutti i sacerdoti che non hanno impedimenti fisici a mettersi a disposizione con generosità per le Confessioni e per amministrare la Comunione agli infermi. E visto che le anime del Purgatorio vengono aiutate
dai suffragi dei fedeli «e specialmente con il sacrificio dell’altare a Dio gradito », tutti i sacerdoti sono invitati a celebrare tre volte la Messa il giorno della commemorazione dei defunti.


 

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