Riflessione di don Alberto

“Quale passo concreto di carità il Signore chiede, in questo Natale, alla nostra Comunità pastorale?” Mentre ci apprestiamo a decorare con i presepi, gli alberi di Natale le nostre case e la Comunità, mi risuona questa domanda. 

Papa Francesco nel discorso dell’11 dicembre scorso ci dice “per accogliere Gesù, nostra pace e nostra gioia, nostra forza e nostro conforto, occorre sentirci piccoli, poveri e umili.” Sentirci piccoli, poveri e umili ci aiuta a sentirci amati dal Signore Gesù. Ci aiuta a metterci per davvero in ascolto di chi è piccolo, di chi è povero, di chi è umile.

Sono stato l’altra sera a Como a visitare alcuni luoghi di accoglienza per i più poveri. Mi sono fermato in preghiera nel luogo in cui don Roberto Malgesini è stato ucciso il 15 settembre scorso. Prete mite, capace di accoglienza verso i più poveri, e a chi lo invitava ad essere prudente nella carità (ma quando ami puoi essere prudente?) lui ripeteva la frase “il Signore è con me.” La testimonianza di don Roberto mi interpella profondamente: sono arrivato nella nostra Comunità pastorale solo 5 giorni prima della sua uccisione. Era il primo martedì che trascorrevo nella nostra Comunità. Ed è stato il giorno del primo incontro dei preti del decanato a Cantù: subito la notizia dell’assassinio di don Roberto è piombata come un fulmine a ciel sereno tra noi preti.

Molti dei nostri parrocchiani si rimboccano quotidianamente le maniche per aiutare i più poveri. Qualcuno proprio a Como dove operava don Roberto. Qualcuno è in missione. (Sarebbe bello conoscere le tante storie di carità vissute dai nostri parrocchiani).
Tante sono le iniziative di carità verso i più poveri che le nostre 4 parrocchie stanno mettendo in campo in questo Avvento: l’aiuto per padre Pietro in Uganda, l’aiuto per la suora di Montesolaro Suor Mariangela in Bangladesh, l’aiuto per padre Ibrahim parroco ad Aleppo, scatole regalo per le famiglie in difficoltà… davvero tante iniziative. Il rischio delle iniziative è che passato il momento si dimenticano e non restano a   fecondare la realtà comunitaria. 

È possibile crescere come Comunità sull’aspetto dell’attenzione ai più piccoli, ai più deboli e fragili? Mi torna la domanda: “Quale passo concreto di carità il Signore chiede, in questo Natale, alla nostra Comunità pastorale?”

don Alberto


 

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