Domenica 3 gennaio alle ore 18 a Figino Messa in ricordo Annalisa, Katia e Gabriele celebrata da don Giovanni Salatino

“Essi si erano fatti vicino a quella gente prostrata e bisognosa di tutto con la generosità di un cuore giovane”: Carlo Maria Martini parlò così ai funerali di Annalisa, Katia e Gabriele, tre ragazzi della nostra comunità che persero la vita 21 anni fa, tornando da Sarajevo.

“L’ unico modo per ricordarli è parlare della loro generosità” questo disse don Gino Mariani, il nostro parroco nel 2000, a un giornale nazionale. 

In questi anni, è stato fatto molto di più che parlare del bene da loro compiuto, il loro esempio è stato il propulsore per tanta generosità nei confronti della gente della capitale bosniaca da parte di figinesi e non. La loro morte, che sconvolse la nostra comunità, è stata, quindi, un seme per costruire la pace in un territorio dilaniato da una delle guerre più sanguinose degli ultimi 30 anni, che ha colpito il cuore dell’Europa. 

La Bosnia è entrata nel cuore di molti a Figino, diversi sono i viaggi, nei primi anni 2000, poi nel 2006 e nel 2011, che sono stati fatti per dare una mano all’associazione Sprofondo che operava nel quartiere Grbavica, e che è, attualmente, ancora in città. Il flusso di bene verso Sarajevo non si è mai fermato e ha permesso a tanti di conoscere una realtà multiculturale, ben prima che questo fenomeno interessasse in maniera significativa le nostre città.  

Don Giovanni Salatino, che è stato seminarista a Figino nel 2001/2002, conobbe la realtà del volontariato a Sarajevo a Figino e una volta divenuto sacerdote ha esportato questa esperienza nelle parrocchie milanesi di Barona e Gratosoglio, dove è ora coadiutore. La sua ultima esperienza in terra bosniaca, nell’estate del 2019, è stata nella zona di Bihac, da cui passa la nuova rotta dei migranti che attraversano l’Europa a piedi alla ricerca di una vita migliore. 

Ancora una volta, il paese balcanico è lo scenario di dolore e di disperazione, che presto, ci auguriamo potranno diventare rinascita e speranza. 

Dobbiamo ringraziare i buoni esempi che Annalisa, Katia e Gabriele ci hanno lasciato e dobbiamo far sì che rappresentino, ancora oggi, uno stimolo per creare una società i cui pilastri siano il dialogo e la convivenza pacifica.

Letizia Marzorati


 

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