Istituita con lettera apostolica in forma di Motu proprio da Papa Francesco

«C’era, sì, cera – ma come ritrovarlo / quello spirito nella lingua / quel fuoco nella materia» (Mario Luzi). E’ perchè le nostre coscienze un po’ ottuse tornino a scaldarsi al fuoco di quella Parola, con il piglio dei cercatori dello Spirito e la gratitudine di chi si è sentito chiamato per nome dal Signore della vita, che papa Francesco ha desiderato che la terza Domenica del Tempo Ordinario fosse destinata a celebrare con particolare intensità il dono della Parola. «Non una volta all’anno, ma una volta per tutto l’anno» (Motu Proprio Aperuit Illis). Con il desiderio di accompagnare i passi delle Comunità e dei singoli fedeli nell’avventura di «ritrovare quel fuoco», di seguito pubblichiamo un documento preparato da mons. Fausto Gilardi (Servizio per la Pastorale Liturgica) e alleghiamo il sussidio elaborato dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. 

di monsignor Fausto Gilardi, Responsabile del Servizio diocesano per la Pastorale liturgica


Il 30 settembre 2019 con lettera apostolica in forma di Motu proprio, papa Francesco istituiva la “Domenica della Parola di Dio”, da celebrarsi la terza domenica del tempo ordinario. Per il rito ambrosiano, quando la terza domenica per annum coincide con la festa della Santa Famiglia di Nazaret, la Domenica della Parola di Dio viene anticipata alla domenica precedente. Papa Francesco indicava anche la finalità di questa giornata: «Il giorno dedicato alla Bibbia vuole essere non “una volta all’anno”, ma una volta per tutto l’anno, perché abbiamo urgente necessità di diventare familiari e intimi della Sacra Scrittura e del Risorto, che non cessa di spezzare la Parola e il Pane nella comunità dei credenti».
In preparazione alla celebrazione di quest’anno, con una nota del 17 dicembre 2020 la Congregazione del culto e della disciplina dei Sacramenti ha suggerito di rifarsi ad alcuni documenti ecclesiali  che «presentano una sintesi dei principi teologici, celebrativi e pastorali circa la Parola di Dio proclamata nella Messa, ma validi anche in ogni celebrazione liturgica (Sacramenti,Sacramentali, Liturgia delle ore)».

Ne è nato un prontuario in dieci punti che riportiamo in maniera sintetica, rimandando al documento della Congregazione per una argomentazione più completa.

  1. Riconoscendo che «l’ascolto del Vangelo è punto culminante nella Liturgia della Parola», si suggerisce di dare particolare importanza all’Evangeliario portandolo in processione o collocandolo in una posizione significativa per la venerazione dei fedeli..«È necessario rispettare le letture indicate, senza sostituirle o sopprimerle (…) La proclamazione dei testi del Lezionario costituisce un vincolo di unità tra tutti i fedeli che li ascoltano».
  2. Quando è possibile si suggerisce il canto del Salmo responsoriale come risposta della Chiesa alla Parola di Dio. In questo senso è da incrementare il servizio del salmista.
  3. Citando l’Evangelii Gaudium di papa Francesco, la congregazione scrive: «I Pastori in primo luogo hanno la grande responsabilità di spiegare e permettere a tutti di comprendere la Sacra Scrittura. Poiché essa è il libro del popolo, quanti hanno la vocazione a essere ministri della Parola di Dio devono sentire forte l’esigenza di renderla accessibile alla propria comunità». Nella lettera apostolica con cui istituiva la Domenica della Parola, il Papa scriveva: «A noi predicatori è richiesto l’impegno a non dilungarci oltre misura con omelie saccenti o argomenti estranei. Quando ci si ferma a meditare e pregare sul testo sacro, allora si è capaci di parlare con il cuore per raggiungere il cuore delle persone che ascoltano».
  4. È importante offrire durante la celebrazione uno spazio di silenzio che permetta di «accogliere interiormente» la Parola ascoltata.
  5. Chi è chiamato a proclamare la Parola (lettore, diacono, sacerdote) deve curare una preparazione «interiore ed esteriore».
  6. L’ambone come luogo della proclamazione della Parola non deve essere anche il luogo degli avvisi, dei commenti o della direzione del canto.
  7. Per quanto riguarda il Lezionario e l’Evangeliario si chiede «di curare il loro pregio materiale e il loro buon uso». «È inadeguato ricorrere a foglietti, fotocopie, sussidi in sostituzione dei libri liturgici».
  8. Una catechesi a questo dedicata, quando è possibile e come è possibile, può aiutare a comprendere «quali sono i criteri di distribuzione liturgica dei vari libri biblici nel corso dell’anno e dei suoi tempi».
  9. Questa domenica particolare può diventare anche occasione per «approfondire il nesso tra la Sacra Scrittura e la liturgia delle ore».

Attraverso questi suggerimenti soprattutto di ordine pratico siamo invitati a dire di nuovo la nostra volontà di vivere secondo la Parola convinti di quanto leggiamo nella Evangelii Gaudium: «La Parola di Dio ascoltata e celebrata, soprattutto nell’Eucaristia, alimenta e rafforza interiormente i cristiani e li rende capaci di un’autentica testimonianza evangelica nella vita quotidiana».

di don Paolo ALLIATA responsabile dell’Apostolato biblico diocesano, sezione del Servizio per la catechesi


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