Lettera di Quaresima di fr. Ibrahim Alsabagh OFM

Carissimi amici,

[…] Sento con gioia che la Lettera Patris corde, dedicata alla figura di San Giuseppe e che Papa Francesco ha donato alla cristianità, ha segnato molto il nostro cammino sia di frati che di comunità parrocchiale. Dunque, ispirato dalla Lettera, ma ancor di più dall’esempio del grande Santo Giuseppe, e dalla “cultura della cura” (Messaggio della Giornata Mondiale per la Pace), provo a raccontare il cammino arduo di cura nei confronti della gente bisognosa che, come francescani in Aleppo, ogni giorno ci sforziamo di fare.

Noi coesistiamo con la sofferenza da anni, per ogni sorta di carenze alimentari, igieniche, mediche, la penuria di diesel, gas, benzina, carburante. L’elettricità continua ancora ad essere erogata un’ora soltanto al giorno: in queste giornate di freddo intenso la sofferenza è il nostro pane quotidiano. […]

La crisi colpisce la vita quotidiana di ogni famiglia. Una madre, che ha la grazia di avere un lavoro, mi ha detto che dopo aver incassato il salario, è andata con sua figlia per comperarle delle scarpe, le uniche scarpe che sua figlia aveva non potevano più essere usate. Il prezzo di un nuovo paio di scarpe era i tre quarti del suo salario! In preda alla tristezza, sono tornate a casa senza niente.
Un’altra mamma mi ha confidato che è andata in un negozio per comperare i pantaloni per suo figlio. È tornata a casa in lacrime, senza comperarli, perché erano troppo cari!
Oggi, una mamma mi ha detto che non ha più niente per scaldare l’acqua per lavare i figli e per preparar loro un pasto caldo. Si possono moltiplicare questi esempi che fanno piangere.
Non è per una motivazione banale che molte delle nostre donne sono cadute in depressione e soffrono di palpitazione cardiaca.
In questo tempo si è registrato anche un gran numero di padri di famiglia che si sono suicidati dalla disperazione.

La crisi colpisce una gran quantità di giovani a cui la guerra aveva già rubato l’infanzia. Oggi, quanto coraggio occorre loro, quanta forza e perseveranza per raggiungere un mestiere, una professione. Non hanno nessuna risorsa per costruire la propria vita, il proprio avvenire.
La crisi colpisce i bambini a cui manca il necessario per il loro sviluppo fisico e psichico. Essi crescono in un clima famigliare segnato da un’atmosfera di tristezza, disperazione, mancanza di sicurezza, non c’è neppure la certezza che l’indomani vi sarà ancora qualcosa da mangiare.

[…] San Giuseppe non era un uomo passivamente rassegnato, ma fortemente e coraggiosamente impegnato. Sul suo esempio, ad Aleppo, accogliamo la vita com’è, con questa parte deludente dell’esistenza. Con la fede, che ardeva nel suo cuore, proviamo ad affrontare la realtà con “gli occhi aperti” assumendo la nostra responsabilità.
La buona novella del Vangelo ci mostra che malgrado tutte le avversità, Dio riesce sempre a salvare la vita, a condizione che noi abbiamo il coraggio creativo del carpentiere di Nazareth che sa trasformare un problema in opportunità, dando sempre fiducia alla Provvidenza.
Ad Aleppo, sentiamo che Dio ci affida il suo popolo, come Egli ha affidato Suo amato Figlio a San Giuseppe, facendosi dipendente dalle sue mani screpolate dal lavoro per essere difeso, protetto, curato, cresciuto.

[…] L’aiuto della Chiesa non si limita al solo sostegno materiale, ma include anche un sostegno spirituale. I cristiani d’oggi hanno bisogno di molta speranza. Siamo sicuri che tutta questa oscurità e tutte queste crisi non dureranno in eterno, ma si limiteranno a “due tempi e mezzo” come è scritto nell’Apocalisse. Alla fine, è la luce che avrà la meglio.

Ai numerosi amici diciamo che siete il riflesso della tenerezza di Dio e di San Giuseppe per noi. Grazie al vostro aiuto possiamo tenere accesa la candela della fede, della speranza e della carità nei cuori di tutti gli uomini, specialmente dei cristiani che sono rimasti in pochi.
Affidiamo a San Giuseppe tutti voi, che pregate per noi e che ci sostenete, domandando per ciascuno di voi la sua protezione e la sua intercessione.


Preghiera a San Giuseppe


San Giuseppe,
tu che mai ti lamentavi, ma sempre compivi gesti concreti di amore;
tu, il modello del dono di sé...
dacci il coraggio della carità che si manifesta nel dono totale all’altro, 
nella disponibilità totale per l’altro.
Che non lasciamo niente per noi stessi.
Che, per amore di Dio, siamo trasformati ad Altare della carità,
in un sacrificio perfetto per essere segno d’amore e di cura,
per amore al Signore che si è dato per la nostra salvezza.


Buon cammino quaresimale
Aleppo 23 feb. 2021

fr. Ibrahim Alsabagh OFM - Parroco di Aleppo

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