Guida all’ascolto 3

Il terzo ascolto proposto riguarda il CORALE. Forma semplice di canto poiché tutte le voci (maschili e femminili) cantano con lo stesso ritmo le stesse sillabe contemporaneamente. Le linee melodiche sono brevi, semplici e in una tessitura vocale non estrema. Le melodie sono già conosciute dai fedeli perché parte del patrimonio musicale delle assemblee luterane, spesso sono anteriori allo stesso Bach (ma da Bach vengono riarmonizzate) che le riutilizza con grande umiltà in modo che i fedeli, conoscendole, possano essere aiutati a cantare insieme al coro. Il corale è una forma musicale molto semplice. Proprio per questo adatta alle assemblee liturgiche.

Il corale proposto in questo ascolto è all’interno del racconto della condanna a morte di Gesù secondo l’evangelista Giovanni.

Dopo che il racconto di Giovanni ha descritto la scena di Ponzio Pilato che davanti a chi gli chiedeva di correggere la scritta posta sul capo di Gesù crocifisso rispose “ciò che ho scritto, ho scritto”, Bach interrompe la narrazione dell’evangelista e introduce questo corale. Il testo è una preghiera profonda. È come se la narrazione dell’evangelista si interrompesse un attimo per permettere la contemplazione di Gesù in croce, e far scaturire dal cuore dei fedeli la preghiera.

L’introduzione dei CORALI all’interno della narrazione evangelica assume dunque un’importanza straordinaria: è il tempo della preghiera che nasce dalla commozione davanti alla scena della passione del Signore Gesù.

Leggiamo il testo:


In meines Herzens Gründe,
dein Nam' und Kreuz allein
funkelt allzeit und Stunde,
drauf kann ich fröhlich sein.
Erschein mir in dem Bilde
zu Trost in meiner Not,
wie du, Herr Christ, so milde,
dich hast geblut't zu Tod.

In fondo al mio cuore
c'è solo il tuo nome e la tua croce;
ognora e sempre brillano:
di ciò posso rallegrarmi.
Cristo Signore, mostrami visibilmente,
a confortarmi nell'ora del bisogno,
come tu così mite abbia versato
il tuo sangue fino a morire.


Vi invito a cogliere come, contrariamente alla narrazione evangelica (che racconta la passione), qui entra in campo il fedele stesso che sta partecipando alla celebrazione del Venerdì Santo e viene invitato a cantare questo corale, perché possa pregare. Il corale è dunque un invito alla preghiera dei fedeli.

La narrazione della passione del Signore Gesù non resta più così un semplice spettacolo esterno al fedele, ma il fedele è coinvolto dentro alla narrazione con anche la dimensione della preghiera.

In questo testo lo sguardo del fedele è rivolto verso la croce, su cui si coglie il dramma del Signore Gesù mite e innocente che versa il sangue crudelmente fino a morire. Il nome di Gesù e la sua croce sono in fondo al cuore del fedele: il tesoro prezioso per il quale il fedele ritrova la gioia più profonda. Il tema della gioia si inserisce, in modo straordinario, dentro lo sguardo che contempla il dolore del Signore. Forse già preannuncio dell’opera straordinaria di Dio che nella notte più buia fa comparire la luce della stella più lontana, la luce della risurrezione.

Propongo la versione St John Passion BWV 245,

direttore Van Veldhoven, orch. Netherlands Bach Society:

minutaggio: 1h12’39’’ a 1h13’58’’ (poco più di un minuto di musica)



 

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