Il Papa ai chierichetti

In un messaggio inviato in occasione del 25.mo Pellegrinaggio nazionale degli accoliti a Fatima, Francesco cita il Beato Carlo Acutis che nell’Eucaristia aveva trovato la sua “autostrada per il Cielo”. Ricorda loro che la vita non è grigia e che il compito al quale sono chiamati è quello di irradiare la luce che viene da Dio


Guardare a San Giuseppe, custode di Gesù e della Sacra Famiglia, ai santi che testimoniano con la vita “un modo originale” per arrivare al Signore. Francesco indica queste strade ai chierichetti del Portogallo in un messaggio indirizzato a monsignor José Manuel Garcia Cordeiro, vescovo di Bragança-Miranda e presidente della Commissione episcopale portoghese per la Liturgia e la Spiritualità, in occasione del 25.mo Pellegrinaggio nazionale degli accoliti che si è tenuto a Fatima il primo maggio.

Gesù ti ricompenserà

“Siate santi”: scrive il Papa perché prima di tutto collaboratori di un mistero al quale predisporsi con un atteggiamento interiore ed esteriore di partecipazione e preghiera. Così, scrive, “il tuo servizio come chierichetto diventerà una professione di fede per la comunità”. Per fare questo, suggerisce Francesco, “metti tutto l'entusiasmo della tua età nell'incontro con Gesù, offri a Gesù le tue mani, i tuoi pensieri e il tuo tempo ed Egli non mancherà di ricompensarvi, dandovi la vera gioia e farvi sentire dove si trova la felicità più completa”. Il Papa cita alcuni santi che “hanno trovato nell’Eucaristia il nutrimento per il loro cammino di perfezione”, come la Beata Alexandrina Maria da Costa che si nutrì per 14 anni della sola Comunione o San Francesco Marto, il piccolo pastore di Fatima.

Santi e originali

Quando parliamo di imitare i santi, non significa – sottolinea il Papa nel messaggio – copiare il loro modo di essere e di vivere la santità, ci sono testimonianze che sono utili per stimolarci e motivarci, ma non per cercare di copiarle perché questo potrebbe anche portarci lontano dal percorso unico e specifico che il Signore ha predisposto per noi”. L’invito è quello di “diventare pienamente se stessi”, “non una fotocopia” ma ispirazione per gli altri, lasciando un’impronta del tutto personale. Francesco cita il Beato Carlo Acutis e una sua frase: “Tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie”.

La speranza che non delude

“Non lasciarti cadere nella mediocrità, che ci svilisce e ci rende grigi. La vita – sottolinea Francesco rivolgendosi ai chierichetti – non è grigia, la vita dovrebbe puntare su grandi ideali. Non seguire persone negative, ma continuate a irradiare intorno a voi la luce e la speranza che vengono da Dio! Come sapete, questa speranza non delude; non delude mai! Con Dio nulla è perduto, ma senza di lui tutto è perduto. Non aver paura, quindi, di lanciarti buttati tra le braccia del nostro Padre celeste e confida in Lui”. Infine l’invito agli accoliti a invocare con fiducia e zelo San Giuseppe e ai parroci, citando Giovanni Paolo II, ricorda che nelle loro mani vedono “farsi” Eucaristia e per questo li esorta a farsi “padri, maestri e testimoni della pietà eucaristica e della santità di vita”.

di Benedetta Capelli dal sito Vatican News
 

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