Feste patronali di settembre

Il mese di settembre segna la ripresa delle attività parrocchiali e della comunità pastorale. In particolare, ogni parrocchia colloca in questo mese la Festa Patronale, quasi a voler sottolineare un punto di partenza sul quale costruire il profilo spirituale della comunità. 

La parrocchia di Novedrate, che dà l’inizio alle feste patronali, mette al centro il Crocifisso; Carimate si ritrova attorno alla devozione della Madonna dell’Albero; Montesolaro rinnova l’affidamento alla Beata Vergine Assunta; e Figino in questo anno mette in evidenza, con tante iniziative, la Consacrazione della Chiesa.

Al di là dei vari momenti di aggregazione che danno la dimensione di comunità ricche di legami e di tradizioni, è possibile andare al cuore di un profondo cammino Spirituale? La risposta è ovvia: il Crocifisso è la salvezza dell’uomo, dice amore e servizio, dono di sé e vittoria sui fallimenti dell’uomo e sulla deriva della società. La Vergine Maria, nella sua umiltà e obbedienza a Dio, propone la sua vicinanza all’umanita ed è Icona della Gloria, a cui ogni uomo è chiamato da Dio. La Chiesa edificio, nello splendore a cui è stata riportata da imponenti lavori di restauro, non può non suggerire la chiamata di ogni comunità cristiana alla bellezza di vita nella fede, speranza, e carità.

Ecco allora che facciamo parlare queste icone e le vogliamo leggere, magari togliendo la polvere che si accumula con il tempo e le varie incrostazioni legate alla ripetitività di tante iniziative.

Lo facciamo attraverso la lettura di alcune riflessioni che ci offre il magistero della chiesa; anzitutto ci mettiamo davanti al Crocifisso e leggiamo quanto scrive l’Arcivescovo Mario Delpini: “Nella gara della stima reciproca non può non essere presente e non rappresentato l’amore gratuito verso l’altro, verso il diverso, così diverso che addirittura mi può essere nemico. Proprio come ricorda l’apostolo Paolo, che sembra completare la riflessione dell’evangelista Giovanni: «Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi» (Rm 5,7-8). Tutti abbiamo bisogno di imparare come l’amore è la forma del legame che distingue i cristiani dentro il tessuto sociale più ampio; tutti abbiamo bisogno di imparare che la carità non è un fatto che si può delegare a qualche organismo, ma un’energia che anima tutta la comunità cristiana, e che vede in qualche ente specializzato l’occasione per un richiamo globale alla forza dell’amore come collante di ogni società, non solo della Chiesa.” (da Unita, libera, lieta. Piano pastorale per l’anno 2021/22)

In un secondo momento ci mettiamo davanti all’Icona di Maria, Madre di Dio e della Chiesa, e meditiamo quanto scrive Papa Francesco: “UNA MADRE DONATA A NOI. Il nostro cammino di fede è legato in modo indissolubile a Maria da quando Gesù, morente sulla croce, ce l’ha donata come Madre dicendo: «Ecco tua madre!» (Gv 19,27). Queste parole hanno il valore di un testamento e danno al mondo una Madre. Da quel momento la Madre di Dio è diventata anche Madre nostra! Nell’ora in cui la fede dei discepoli veniva incrinata da tante difficoltà e incertezze, Gesù li affidava a Colei che era stata la prima a credere, e la cui fede non sarebbe mai venuta meno. E la “donna” diventa Madre nostra nel momento in cui perde il Figlio divino. Il suo cuore ferito si dilata per fare posto a tutti gli uomini, buoni e cattivi, tutti, e li ama come li amava Gesù. La donna che alle nozze di Cana di Galilea aveva dato la sua cooperazione di fede per la manifestazione delle meraviglie di Dio nel mondo, al calvario tiene accesa la fiamma della fede nel risurrezione del Figlio, e la comunica con affetto materno agli altri. Maria diventa così sorgente di speranza e di gioia vera! (da Papa Francesco, Maria, mamma di tutti)

Infine entriamo nella Chiesa edificio e leggiamo la preghiera che l’Arcivescovo rivolge a Dio, nel momento della consacrazione del luogo sacro. “Ora, o Padre, avvolgi della tua santità questa chiesa, perché sia sempre per tutti un luogo Santo; benedici e santifica questo altare, perché sia mensa sempre preparata per il sacrificio del tuo Figlio. Qui il fonte della grazia lavi le nostre colpe, perché i tuoi figli muoiano al peccato e rinascano alla vita nel tuo Spirito. Qui la santa assemblea, riunita intorno all’altare, celebri il memoriale della Pasqua e si nutra al banchetto della Parola e del Corpo di Cristo. Qui lieta risuona la liturgia di lode e la voce degli uomini si unisca al coro degli angeli; qui salga a te la preghiera incessante per la salvezza del mondo. Qui il povero trovi misericordia, l’oppresso ottenga libertà vera e ogni uomo goda della dignità dei tuoi figli, finché tutti giungano alla gioia piena nella santa Gerusalemme del cielo”.

E quindi può essere che le Feste Patronali di settembre rivelino le tracce del cammino della nostra Comunità Pastorale della Serenza? 

Dico di sì se è vero, come occorre credere, che non siamo insieme per un semplice fatto di opportunità umana, ma che è lo Spirito di Cristo che guida la Chiesa. 

Dunque: anzitutto ci sta la contemplazione del crocifisso. La forza dell’amore, del dono di sé che nasce dalla croce è l’antidoto alle paure degli uomini della nostra società, vince l’egoismo di individui e di uomini; in una parola vince le nebbie e le nefaste conseguenze del Covid e soprattutto della mondanità dominante e pervasiva. Se davanti alla croce ci porta la fede e la preghiera, ritroviamo la luce dell’amore e la speranza di cambiare noi stessi e il mondo.

In un secondo momento, sotto la croce riceviamo da Gesù il dono di una Madre: Maria ci ospita nella sua casa. Ha vissuto a Nazareth con Gesù, ha condiviso preghiera e carità con i primi cristiani nel cenacolo e nella casa di Efeso. Ora Maria ha scelto lo spazio delle nostre case dove non manca un suo quadro, e lo spazio di tanti santuari e delle nostre chiese e grotte. Anche la chiesa della Madonna di San Materno, della Madonna dell’Albero, della parrocchiale di Montesolaro, della grotta addossata alla chiesa di Novedrate, e delle tante grotte disseminate nei cortili della comunità pastorale. In tutti noi può diventare più forte il pensiero del manto di Maria che ci copre e ci protegge. Per noi Maria diventa così sorgente di speranza e di gioia vera!
Infine ci ritroviamo in chiesa nelle nostre assemblee dove, pregando con Maria davanti alla croce di Gesù, risuona la liturgia di lode. Noi figli di Dio rinasciamo alla vita dello Spirito, e il povero trova misericordia. Non è un progetto facile … ci sostengono nella lotta le spade dei santi Michele Arcangelo e Giorgio che sconfigge il drago.

don Mario

 

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