Tre mete, un unico cammino

Nell’Anno Giubilare, in cui siamo invitati a riscoprirci pellegrini, i cammini che aprono il nuovo anno pastorale non sono semplici iniziative, ma segni concreti del nostro desiderio di mettere Dio al centro. Camminare insieme verso un santuario è immagine di un viaggio più profondo: quello del cuore e della fede, che ci invita ad aprirci alla speranza e a vivere il Vangelo ogni giorno.
Il pellegrinaggio non è un’esperienza da spettatori, né un gesto individuale: è un percorso che si compie insieme. Lo ricordava anche l’Arcivescovo Mario Delpini nel pontificale in Duomo per la Natività di Maria: «Camminare insieme, animati da stima vicendevole e avendo stima di noi stessi, costruendo insieme una comunione più evidente e più lieta nelle nostre comunità. (…) Ci offrano gli strumenti per resistere alla tentazione di sottovalutarci e di disprezzare gli altri, preferendo il cammino del protagonista».
Il pellegrinaggio diventa allora immagine della nostra Chiesa: non un gruppo di solisti, ma un popolo che, passo dopo passo, costruisce comunione come ha detto l’Arcivescovo lo scorso 8 settembre: «Camminate insieme, sentitevi parte di un corpo, di un popolo, perché la storia è confusa, la strada appare spesso tortuosa e aspra, ma tutto comincia nella comunione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e tutto si compie nella comunione dei santi».
Anche la nostra Comunità Pastorale, in questo inizio d’anno, ci invita a metterci in cammino verso i santuari del territorio: il Crocifisso a Como, San Gerardo a Monza, la Madonna dei Miracoli di Cantù. Sono occasioni per rinnovare voti, esprimere gratitudine, pregare per la pace, ma soprattutto per crescere insieme come comunità di discepoli.
Il pellegrinaggio, vissuto di notte, all’alba o nel pomeriggio, porta con sé la fatica, il silenzio, la semplicità. È metafora della vita: un andare insieme, sostenendoci a vicenda, perché ogni passo diventi preghiera, ogni meta un nuovo inizio, ogni incontro un dono di comunione.

 

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