In preparazione alla Festa dei Santi

Nella attuale situazione la comunità cristiana è chiamata a un cammino che il Signore chiede a tutti. 
Credo che il Signore abbia alzato il tiro e voglia proporci di vivere la fede in quel passaggio del Credo: “Credo la Chiesa Santa”. 
Ci guidano due grandi Papi, profeti di Dio per aiutare la Chiesa e il Mondo: è Dio che guida la sua Chiesa, è Dio che ci porta a essere strumenti del suo amore, della sua tenerezza, della sua cura, per dare speranza e futuro al nostro difficile tempo. 
I commenti al vivere attuale, che riverbera tutti i colori dal nero delle tenebre fino alla luce del Paradiso, sono sulla bocca di tutti. 
Ma cosa vuole Dio Padre, Figlio e Spirito Santo che mettiamo nel cuore e nella vita? 
Mi ha sorpreso la serenità di Leone XIV, che nell'omelia di domenica 19 ottobre, in occasione della canonizzazione di nuovi santi, ha detto: “La croce di Cristo rivela la giustizia di Dio. E la giustizia di Dio è il perdono: Egli vede il male e lo redime, prendendolo su di sé. Quando siamo crocifissi dal dolore e dalla violenza, dall'odio e dalla guerra, Cristo è già lì, in croce per noi e con noi. Non c'è pianto che Dio non consoli; non c'è lacrima che sia lontana dal suo cuore. Il Signore ci ascolta, ci abbraccia come siamo, per trasformarci come Lui è. 
Chi invece rifiuta la misericordia di Dio, resta incapace di misericordia verso il prossimo. Chi non accoglie la pace come un dono, non saprà donare la pace. Carissimi, ora comprendiamo che la domanda di Gesù è un vigoroso invito alla speranza e all'azione: quando il Figlio dell'uomo verrà, troverà la fede nella provvidenza di Dio? 
È questa fede, infatti, che sostiene il nostro impegno per la giustizia, proprio perché crediamo che Dio salva il mondo per amore, liberandoci dal fatalismo. Quando sentiamo l'appello di chi è in difficoltà, siamo testimoni dell'amore del Padre, come Cristo lo è stato verso tutti? Egli è l'umile che chiama i prepotenti a conversione, il giusto che rende giusti, come attestano i nuovi Santi di oggi: non eroi, o paladini di qualche ideale, ma uomini e donne autentici. 
Questi fedeli amici di Cristo sono martiri per la loro fede, come il Vescovo Ignazio Choukrallah Maloyan e il catechista Pietro To Rot; sono evangelizzatori e missionarie, come suor Maria Troncatti; sono carismatiche fondatici, come suor Vincenza Maria Poloni e suor Carmen Rendiles Martinez; col loro cuore ardente di devozione, sono benefattori dell'umanità, come Bartolo Longo e José Gregorio Hernàndez Cisneros”.
La solennità di Tutti i Santi è l’occasione per riscoprire la comune chiamata a diventare una finestra aperta sul Cielo. Il Signore chiede tutto, e quello che offre è la vera vita, la felicità per la quale e siamo stati creati. Egli ci vuole santi e non si aspetta che ci accontentiamo di un'esistenza mediocre, annacquata, inconsistente. I santi sono perle preziose; sono sempre vivi e attuali, non perdono mai valore, perché rappresentano una affascinante incarnazione del Vangelo.
I santi sono gli amici di Dio e gli amici nostri. Ci sono santi già agli altari, ma ci sono tante altre donne e uomini che sono esempi di santità anche se non ancora riconosciuti. Oggi è importante scoprire la santità nel popolo santo di Dio: nei genitori che crescono con amore i figli, negli uomini e nelle donne che svolgono con impegno il lavoro quotidiano, nelle persone che sopportano una condizione di infermità, negli anziani che continuano a sorridere e offrire saggezza. La testimonianza di una condotta cristiana virtuosa, vissuta nell'oggi da tanti discepoli del Signore, è per tutti noi un invito a rispondere personalmente alla chiamata a essere santi.
A partire dal 9 novembre, festa della Dedicazione della Basilica Lateranense, Papa Francesco ci aveva già messo sulla strada che porta a scoprire l'importanza dei Santi della porta accanto. Scrive così nella lettera “Gaudete et exsultate”: 
«Ciascuno può riconoscere in tante persone che ha incontrato nel cammino, dei testimoni delle virtù cristiane, in particolare della fede, della speranza e della carità: coniugi che hanno vissuto fedelmente il loro amore aprendosi alla vita; uomini e donne che nelle varie occupazioni lavorative hanno sostenuto le loro famiglie e cooperato alla diffusione del Regno di Dio; adolescenti e giovani che hanno seguito Gesù con entusiasmo; pastori che mediante il ministero hanno effuso i doni della grazia sul popolo santo di Dio; religiosi e religiose che vivendo i consigli evangelici sono stati immagine viva di Cristo sposo. Non possiamo dimenticare i poveri, i malati, i sofferenti che nella loro debolezza hanno trovato sostegno nel divino Maestro. Si tratta di quella santità "feriale" e della "porta accanto" di cui da sempre è ricca la Chiesa sparsa nel mondo». 
«Per essere santi non è necessario essere vescovi, sacerdoti, religiose o religiosi. Molte volte abbiamo la tentazione di pensare che la santità sia riservata a coloro che hanno la possibilità di mantenere le distanze dalle occupazioni ordinarie, per dedicare molto tempo alla preghiera. Non è così. Tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si trova» 
(Papa Francesco, Gaudete et exsultate, 14).

Don Mario

 

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