In occasione delle Giornate Eucaristiche 7-9 novembre 2025

Racconta il Vangelo di Marco che nella notte dell’angoscia, nelle ore che precedono la Passione, Gesù si ritira in preghiera chiedendo ai suoi discepoli di vegliare con lui, di stargli accanto, di non lasciarlo solo. Il Dio che si fa uomo e che si fa presente nell’Eucarestia prova dunque l’esperienza della paura ed esprime il bisogno di avere accanto a sé chi lo ha conosciuto e amato. Condivide quindi con l’uomo la paura della solitudine, del dolore senza conforto.
È senz’altro anche questa condivisione a realizzare il legame forte e indissolubile tra Dio e l’uomo, un legame che raggiunge il suo vertice nel più importante tra i sacramenti: l’Eucarestia. 
Qui, nel pane e nel vino che diventano Corpo e Sangue di Cristo, si rinnova l’appartenenza reciproca tra Dio e l’uomo attraverso qualcosa di concreto a cui l’uomo può accedere con tutti i suoi sensi e nutrirsene.
Per tutto questo, l’adorazione eucaristica rappresenta un momento essenziale della nostra storia di fede: davanti a Dio che si rende concreto possiamo consegnare la nostra vita, le nostre paure, le nostre gioie, i nostri sentimenti. Il pensiero davanti a Cristo Eucarestia corre veloce, ricostruisce volti, storie, riflessioni, riprende fili logici e qualche volta illogici ma poco importa perché, come scrisse qualcuno, ogni cosa è Grazia.
Possiamo dunque essere grati che anche quest’anno ci venga offerta la possibilità delle Quarantore, un arco temporale che ha grandi richiami all’interno della Bibbia (quaranta giorni e quaranta notti dura il diluvio, quaranta giorni e quaranta notti Mosè sta sul monte alla presenza del Signore, per quarant’anni gli israeliti peregrinano nel deserto, per quaranta giorni e quaranta notti Gesù si ritira nel deserto) ma soprattutto ci ricorda la grande tradizione che voleva che fossero proprio quaranta le ore trascorse tra la morte in croce di Cristo e la sua Resurrezione. 
Abbiamo dunque la possibilità, in un arco temporale ampio, di stare di fronte all’Eucarestia riportando al centro della nostra vita il rapporto con Dio, preparandoci ad accogliere nel modo migliore la festa di Cristo Re e l’ingresso in Avvento, oramai prossimo. 
Sarà anche l’occasione, per ognuno di noi, per riascoltare le parole di Gesù che ci chiede, come allora, di vegliare con Lui, di stargli accanto, di non lasciarlo solo. Sarà l’occasione per poter dire noi a Lui: siamo qui, con te. Imperfetti ma ci siamo. Pieni di limiti, ma presenti. Aiutaci a restare accanto a te.
Nei Getsemani non andò benissimo, per ben tre volte i discepoli si fecero trovare addormentati e Pietro dovette subire il rimprovero del Maestro: “Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora?”.
Penso che sia nelle nostre possibilità fare meglio…

 

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