Intervista a Mauro Ravazzani
Intervista a Mauro Ravazzani
Incontriamo un neo diacono permanente ordinato dal Vescovo Mario
VUOI RACCONTARCI QUALCOSA DI TE, DELLA TUA FAMIGLIA, DEL TUO LAVORO?
Mi chiamo Mauro, per 36 anni ho prestato servizio nella polizia di Stato in qualità di ispettore prima e commissario poi, nella sezione Scorte e sicurezza, occupandomi prevalentemente della protezione degli arcivescovi di Milano a partire dal 1991, a metà mandato episcopale del cardinale Martini. Attualmente, terminato il mio rapporto lavorativo, mi è stato rilasciato dalla prefettura di Milano un decreto di pubblica sicurezza per continuare ad accompagnare negli spostamenti l’attuale Arcivescovo, monsignor Delpini: da poco più di un anno sono stato chiamato anche a far parte della sua segreteria e lo seguo in quasi tutti gli appuntamenti in diocesi. Sono sposato con Roberta, anch’ella poliziotta, abbiamo tre figlie e viviamo insieme a Corbetta in provincia di Milano.
COME È NATA LA TUA VOCAZIONE AL DIACONATO?
A motivo della mia attività che mi ha introdotto indirettamente ma intensamente nella nostra Diocesi, conoscevo da tempo il mondo del Diaconato: solo un po’ di anni fa però, dopo la testimonianza preziosa di alcuni diaconi e su suggerimento dell’arcivescovo Mario, ho iniziato un periodo di discernimento e di approfondimento per scoprire se dietro questo mio interesse non ci fosse invece una vocazione a mettermi seriamente al servizio del Signore e della chiesa Ambrosiana. È cominciato così un cammino di sei anni che mi ha portato ormai a un passo dall’ordinazione: di questo percorso sono davvero contento e soddisfatto anche se non nascondo qualche difficoltà a conciliare un lavoro impegnativo e una famiglia con figli in età adolescenziale e l’impegno che viene richiesto per la preparazione sotto il punto di vista pastorale e scolastico.
HAI AVUTO DIFFICOLTÀ A CONCILIARE FAMIGLIA, LAVORO, STUDIO PER PREPARARTI AL DIACONATO?
Devo ammettere che la mia famiglia mi ha sempre supportato e sopportato tutte le volte in cui ho sacrificato tempo e affetti per seguire corsi e incontri che non sempre è scontato che passino come preminenti rispetto alle esigenze familiari.
COME IMMAGINI IL TUO SERVIZIO DIACONALE?
Per il futuro, sono aperto alle indicazioni dei formatori e alle determinazioni dei superiori: ho manifestato la mia disponibilità a continuare a collaborare, con l’arcivescovo Mario verso il quale non nascondo i miei sentimenti di stima e di gratitudine per la fiducia accordatami in questi anni per tutto quello che ritenesse utile al suo ministero di pastore della nostra Chiesa. Dico grazie al Signore che mi ha assistito con la sua grazia in questo tratto importante della mia vita umana e cristiana: chiedo a lui nella preghiera la capacità di essere annunciatore della sua parola e testimone del suo amore davanti gli uomini: nel quotidiano, senza clamore, secondo le mie possibilità, con i miei limiti: e chiedo anche a voi di ricordarmi nella preghiera, perché tutto questo non sia soltanto un buon proposito.



